Vasche di Sant'Alessio
La presenza romana in Nova Siri è testimoniata da alcuni resti archeologici, quali il “Ciglio dei Vagni” e le “Vasche Romane” , dette Vasche di Sant’ Alessio. Il toponimo “Sant’ Alessio” indica il luogo (alle pendici del paese in contrada Sant’Alessio) dove sono ubicate le vasche, dalle quali affiora un’ acqua leggera e dalle proprietà terapeutiche. Queste vasche che anticamente facevano parte di un vasto complesso termale, sono collocate a ridosso del torrente Toccacielo, (detto anche Toccaculo) e sono cinque in tutto. Nella vasca centrale avviene una continua polluzione di acqua limpida e depurativa utilizzata un tempo a scopi terapeutici. Gli anziani narrano: “Noi abbiamo le Vasche di Sant’Alessio, lì c’è un’acqua che dovrebbe essere terapeutica. È una sorgente che esiste da centinaia e centinaia d’anni, è un’acqua sulfurea con proprietà terapeutiche; per tutte le malattie della pelle dove ‘ non c’è pomata che tenga’ la gente va a bagnarsi ed in molti casi guarisce”. Legata al fascino misterioso del luogo, vive un’antica leggenda: in passato nelle vicinanze delle vasche c’erano dei conventi di monaci basiliani, lì si consumò un “ atto amoroso” tra un monaco ed una monaca. Scoperti dal priore del convento, furono entrambi uccisi nelle vicinanze di queste vasche, ecco perché vicino alla vasca sorgiva, se si pronuncia la frase: “u mon’ch e a mon’ ch, u mon’ch e la mon’ch” ( il monaco e la monaca, il monaco e la monaca), l’ acqua si mette a gorgogliare più del dovuto. È il monaco che si ribella! Si presume che le vasche romane siano state collegate mediante una condotta in terracotta alla villa romana, dove vi erano delle vasche termali.
Merita senza dubbio un approfondimento il fatto che le vasche, una costruzione romana e quindi antecedente alla diffusione del culto del santo Alessio in Occidente, siano state dedicate a Sant'Alessio. Infatti, accanto ai centri principali dove fiorì il culto di Alessio (Roma, i dintorni di Praga e di Cracovia) occorre ricordare altre realtà, legate alla tradizione del santo per ragioni differenti. Diversi piccoli e medi centri sono legati ad Alessio per via toponomastica e denominati appunto “Sant'Alessio”. Ad essi possiamo aggiungere una realtà ancora diversa di venerazione del culto di Alessio. Essa non è legata all'edificazione di centri religiosi dedicati al santo, o alla circolazione di testi letterari o popolari, ma alla singolare presenza di vasche antiche a lui intitolate e considerate guaritrici. Le vasche in questione sono appunto le Vasche di Sant’Alessio che si trovano a Nova Siri.
La leggenda di Sant'Alessio
La leggenda di Alessio è tra le vite dei santi confessori una delle più diffuse.
La sua agiografia ha costituito il nucleo di partenza di uno straordinario intreccio che ha abbracciato in un unico e continuo fluire di letteratura e arte l'est e l'ovest del mondo medievale, toccando alcuni dei paesi che oggi si affacciano all'Unione Europea. All'origine della circolazione della leggenda di Alessio troviamo la Vita siriaca, datata al V secolo. Secondo questa tradizione, Mar Riscia (poi Alessio), nato nella nuova Roma – Costantinopoli – sostenne il cattolicesimo contro i Nestoriani e visse a Edessa (ora Urfa, Turchia sudorientale), dove morì. Trasmessa al mondo bizantino la vicenda di Mar Riscia si modificò: infatti la versione greca della leggenda, che risale al IX secolo, introduce un diverso finale della storia, che non prevede la morte a Edessa ma il ritorno di Alessio a Roma.
In Occidente la leggenda si diffuse a partire dal X secolo, dapprima in Spagna poi a Roma dove il culto di Alessio trovò un importante centro di irraggiamento sull'Aventino. Qui infatti Sergio, metropolita di Damasco, fuggito alle persecuzioni dei Saraceni, istituì nel 977 un monastero che fu dedicato ufficialmente ad Alessio nel 1217.
Secondo la leggenda, Alessio, figlio del patrizio Eufemiano e di Aglae, abbandonò subito dopo le nozze la sposa per intraprendere un pellegrinaggio alla ricerca di Dio. Visse mendìco diversi anni ad Edessa, venerando l'immagine della Vergine. Tornato a Roma, non fu riconosciuto dai suoi famigliari e rimase per anni nella casa paterna, vivendo come un domestico nel sottoscala. Solo al momento della sua morte, egli venne ricosciuto: Papa Innocenzo I lesse ai famigliari la lettera che Alessio teneva stretta in mano e che rivelava l'identità.
Il nome Alessio è di origine greca e deriva dal verbo “alexein” che significa “proteggere, difendere”.
Alessio è il santo protettore dei mendicanti. La sua festività è il 17 luglio.
La leggenda si Sant'Alessio in Europa
Accanto ai centri principali dove fiorì il culto di Alessio (Roma, i dintorni di Praga e di Cracovia) occorre ricordare altre realtà, legate alla tradizione del santo per ragioni differenti. Devono essere citati diversi piccoli e medi centri legati ad Alessio per via toponomastica e denominati appunto “Sant'Alessio” (Sant'Alessio con Vialone, Sant'Alessio in Aspromonte, Sant'Alessio Siculo, Sant'Alessio in Bigiano ect). Ad essi possiamo aggiungere una realtà ancora diversa di venerazione del culto di Alessio. Essa non è legata all'edificazione di centri religiosi dedicati al santo, o alla circolazione di testi letterari o popolari, ma alla singolare presenza di vasche antiche a lui intitolate e considerate guaritrici. Le vasche in questione si trovano a Nova Siri.
Nella contrada di Sant'Alessio sorgono le vasche romane di Sant'Alessio ('u monac e a monaca”) che sono rimaste intatte nella loro struttura e funzione. Attraverso un ingegnoso sistema di sifoni, esse si riempiono continuamente d'acqua. Nella vasca centrale avviene una continua polluzione d'acqua limpida e depurativa, utilizzata un tempo a scopi terapeutici. L'età della loro costruzione coincide con la conquista romana della Siritide. Merita senza dubbio un approfondimento il fatto che le vasche, una costruzione romana e quindi antecedente alla diffusione del culto del santo in Occidente, siano state dedicate a Sant'Alessio.